PRESENTAZIONE
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Natura, scopi e funzionamento delle cooperative

Obiettivi della Cooperativa ed attese delle aziende di credito

Modalità di funzionamento della Cooperativa

Gli organi di gestione e l’organizzazio-ne interna alla Cooperativa

L’azione delle Cooperative nell’evoluzione dei rapporti tra banche e imprese minori



 

 
 
       

     CooperativaImprese

 
Gli organi di gestione e l’organizzazione interna alla Cooperativa
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I rapporti banche–cooperativa sono, nell’ambito delle convenzioni, gestiti in concreto da un organo chiamato Comitato Tecnico. che viene nominato in genere del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa.

Esso ha l’incarico di vagliare e giudicare insindacabilmente l’ammissione alla garanzia collettiva delle domande di finanziamento presentate alle banche dalle imprese associate.

Almeno secondo le condizioni-tipo più diffuse, le banche convenzionate svolgono la propria istruttoria di fido e deliberano, in caso di istruttoria positiva, la concessione di un affidamento subordinato alla prestazione da parte della Cooperativa della garanzia collettiva. Il Comitato Tecnico, a sua volta decide insindacabilmente sull’ammissione dei fidi alla garanzia. Solo se il Comitato decide di concedere la garanzia, il fido approvato dalla banca viene effettivamente approvato.

Il quorum previsto per la validità delle delibere del Comitato Tecnico è in genere la maggioranza semplice dei presenti anche se in alcuni casi è richiesta l’unanimità. Il Comitato Tecnico è composto da rappresentanti imprenditoriali.

Ampia variabilità presentano infine gli ammontari massimi di fido previsti dalle convenzioni per un singolo nominativo associato. Le cifre sono, comunque, piuttosto contenute, limitando di conseguenza il tipo di fabbisogno finanziario che queste convenzione possono fronteggiare. Pur comprendendo la volontà e l’interesse generale delle cooperative a soddisfare il massimo numero di associati, in presenza di patrimoni di garanzia limitati, pare di vedere una assoluta necessità di attuare una politica diretta a permettere la revisione verso l’alto dei limiti unitari di fido.

Oggi infatti è pensabile di incidere concretamente sui fabbisogni finanziari delle aziende, anche di quelle minorim, solo se si amplia la dimensione dell’intervento. Altrimenti si rischia di vedere considerare la Cooperativa solo come uno strumento utile per alleggerire un po’ il tasso medio pagato sull’indebitamento totale o come occasione valida per le aziende con limitata capacità di credito.

 

 


 

 


 

 

 

 

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